Ora "siamo" raffreddati e con qualche linea di febbre...tristemente scontato che alla ripresa della scuola, complici le escursioni termiche degli ultimi giorni, i piccoli si ammalino, virus in circolazione come se piovesse, starnuti, contagi, al sole fa caldo, all'ombra freschetto...Pazienza. Ma domenica è stata una bella giornata. All'aperto, nello scenario del Parco dell'Appia Antica, ex Cartiera latina...a scuola di acquerelli e di giardinaggio all'Hortus Urbis. Il piccolo di casa si è trovato come sempre a suo agio: ha seguito la prima lezione per interrare alcune piantine di basilico (eccole qui, a sinistra). Le maestre gli hanno consegnato guantini da lavoro gialli e annaffiatoio in metallo e, tra affascinanti spiegazioni su come si cura un orto e sul ruolo degli insetti, i bambini - di varie età - si sono messi all'opera. Un gruppo dipingeva sotto il sole, in una sala suonava un quartetto
d'archi, vicino a un'aiuola tra calendula e rosmarino c'era chi leggeva a voce alta. Tutto questo all'Hortus Urbis, l'orto antico romano con vocazione didattica che da tempo organizza giornate all'aria aperta per insegnare la biodiversità e il rispetto per la natura.
Edo è tornato felice e sorridente, il viso sporco di terra, agitando il suo "trofeo", una tenera piantina di cavolo nero appena messa in un vasetto. Compiti a casa? Annaffiarla e curarla. Quando (e se) crescerà potrà tornare e traslocarla nella terra dell'Hortus Urbis. Devo dire che ha preso sul serio il suo compito. Si sveglia e controlla ogni mattina che la terra sia umida.
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